“Un pellegrinaggio dei volti e degli incontri. Delle storie e delle testimonianze da una delle periferie geografiche ed esistenziali più complicate”. Riassume così, Francesco Zanotti, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici, il senso dei cinque giorni (11-15 novembre) vissuti in Terra Santa dalla delegazione Fisc/C.E.I. in visita ad alcune opere sostenute anche grazie a fondi dell‘8xmille in Palestina e in Giordania.
“Abbiamo toccato con mano le pietre vive di questa Terra, quelle che annunciano con i fatti il Vangelo. A noi ora - aggiunge il presidente della Fisc - il compito di raccontare quanto abbiamo visto e vissuto, come ci hanno raccomandato di fare tutti quelli che abbiamo incontrato: da chi si spende in favore dei profughi iracheni a quelli che si prodigano per un’educazione di qualità a giovani spesso senza futuro. Dalle suore che si occupano degli audiolesi ai salesiani che insegnano arti e mestieri, fino alla casa di accoglienza dei Gesù bambini a Betlemme, tutti segni tangibili della gratuità dell‘amore cristiano".
“Un amore che ci ha commossi e ci fa riflettere sul nostro impegno quotidiano”, prosegue il presidente Fisc in questa dichiarazione raccolta da Daniele Rocchi dell’Agenzia Sir. La preghiera del Rosario al muro che circonda Betlemme, conclude Zanotti, “è stato il gesto più immediato che abbiamo potuto realizzare. Con amici nuovi, ma da sempre fratelli nella fede, abbiamo ‘sparato ‘le nostre pallottole di ‘Ave Maria’, perché, come ha ricordato il sacerdote italiano don Mario Cornioli, tra i promotori di questo momento di ogni venerdì, il muro prima o poi cadrà. A noi tocca pregare. E a noi giornalisti spetta raccontarlo”.
In Giordania tra le opere visitate e finanziate dall’8xmille l’Università Cattolica Madaba. “L’educazione e l’istruzione sono gli strumenti da privilegiare per costruire un futuro di convivenza civile e la risposta migliore che si possa dare per contrastare le crescenti tensioni che stanno segnando Gerusalemme e tutto il Medio Oriente”: ha detto al Sir George H. Hazboun, presidente dell’American University of Madaba, l’Università cattolica della Giordania (www.aum.edu.jo), nata a partire dal 2009 per iniziativa del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Con i suoi 1.300 studenti (38% cristiani, il resto musulmani), provenienti da vari Paesi come Giordania, Iraq, Siria, Libano, Territori Palestinesi e zone come la Striscia di Gaza, l’Università vuole essere, come più volte detto dallo stesso patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, “un luogo dove l’etica, valori come la pace e integrità morali sono ricercati allo stesso modo che la conoscenza e il sapere scientifico”.
In alcuni di questi Paesi - ha spiegato il presidente che ha incontrato i giornalisti della Fisc - la convivenza è difficile e messa a dura prova così come il rispetto dei diritti umani. Il nostro scopo, e quello delle altre scuole e istituti cattolici sparsi in tutto il Medio Oriente, è rinsaldare i legami, valorizzare le tradizioni attraverso la cultura e l’istruzione e fare in modo che le religioni collaborino in questa direzione”.
Le tensioni violente che stanno da mesi riaffiorando in modo virulento a Gerusalemme, per Hazboun, possono essere prevenute attraverso “validi processi di formazione delle coscienze e di istruzione delle menti delle nuove generazioni. Il dialogo e la comprensione sono favoriti e sostenuti dall’istruzione e dalla conoscenza in una visione che non può non tenere conto del lavoro capace di dare piena dignità alla persona”.
“Aiutare gli studenti ad allargare i loro orizzonti e a migliorare le loro abilità - è stata la conclusione - significa formare una nuova generazione di professionisti capaci e di leader coraggiosi aperti all’incontro e al rispetto del bene comune”.