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Appartenere senza credere o credere senza appartenere? Questo è il problema...   versione testuale

La maggioranza delle persone in Italia continua a definirsi cattolica, ed ad oggi appare ancora contenuta, seppur esistente, la riduzione del numero di praticanti (come abbiamo già sottolineato nella newsletter In Cerchio di giugno). Se tra gli italiani è ancora solida l’importanza della dimensione religiosa, si va però sgretolando sempre più l’adesione a quelli che sono i principi/dettami della Chiesa.
 
E’ quanto emerge dai dati provenienti da una accurata indagine di Eurisko commissionata dagli uffici del sostegno economico alla Chiesa cattolica.
 
Gli italiani “restano” saldamente cattolici: nella consistente misura dell’83%, infatti, si sentono appartenere alla Chiesa di Roma, e condannano le altre comunità di fede all’irrilevanza statistica (non oltre il 3%)  (grafico 1).
  
Il dato non è scontato perché in altri Paesi europei, il tasso di “appartenenza” è molto più basso ed inoltre tende a diminuire, mentre resta stabile o addirittura aumenta il numero di coloro che credono in una dimensione spirituale dell’esistenza.
 
Infatti a fronte di 100 italiani che si dichiarano cattolici, vi sono solo 18 inglesi, 25 americani, 30 olandesi, 35 tedeschi (grafico 2). L’unica eccezione è la Polonia dove si registra un livello di appartenenza ancor maggiore che in Italia.
 
La formula believing without belonging, credere senza appartenere pare dunque non riguardare il nostro Paese dove il senso di appartenenza resta elevato. Ma resta da capire se si “crede”.
 
Una delle tendenze culturali più forti e preoccupanti degli ultimi anni, è quella degli “atei devoti”, di coloro che si sentono cattolici credendo sempre meno a quelli che sono i dogmi della Chiesa. Solo il 34% di coloro che si definiscono cattolici credono nella resurrezione, e tale convinzione si è ulteriormente contenuta rispetto al 2006 quando il dato era pari al 41% (grafico 3).
 
Anche coloro che credono che nel pane e nel vino consacrati durante la Messa sia effettivamente presente la persona di Gesù sono relativamente pochi ed in calo rispetto al passato. Nel 2006 erano il 54% dei cattolici intervistati e scendono al 47% nel 2012 (grafico 4).
  
Sembra delinearsi una necessità da parte dei cattolici ma soprattutto dei laici di cercare rifugio nel valore dell’appartenenza religiosa piuttosto che nella fede partecipe e fedele. Si sta dunque intraprendendo la strada del belonging without believing, dell’appartenere senza credere; o meglio senza condividere pienamente i precetti della Chiesa.
 
 
 
Responsabile: Matteo Calabresi
Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino
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