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La crisi di una visione cristiana della famiglia   versione testuale


Nel precedente numero di In Cerchio abbiamo sottolineato come i giovani abbiano perso ogni attrazione nei confronti della fede e di tutto ciò che è spirituale. Ovviamente questi ragazzi e ragazze, questi giovani della “prima generazione incredula”, non spuntano dal nulla. Si tratta infatti di una generazione le cui famiglie hanno svolto solo in parte il compito fondamentale dell’insegnamento dei valori religiosi.
 
In occidente per lunghissimo tempo la trasmissione della fede è stata soprattutto una questione di casa, e non solo di Chiesa. Questa cinghia di trasmissione tra le generazioni si è, ad un certo punto, spezzata. Oggi, in Italia, nascere e diventare cristiano sono due cose distinte. “Non si diventa più cristiani mentre si vien allattati dalla mamma” per usare un immagine del sociologo Garelli.
 
Battesimi, comunioni, matrimoni: sono solo alcuni momenti particolari in cui si vive in famiglia l’aspetto religioso. E poi? E poi il tempo manca in una famiglia che sta attraversando un profondo momento di crisi. I genitori spesso hanno altri pensieri per la testa , altri problemi da affrontare e, anche se a volte intuiscono che la fede potrebbe essere un importante fattore di guida, non sanno come conferire un carattere cristiano al proprio nucleo familiare.
 
Ma cosa sta accadendo alle famiglie italiane? Gli italiani come definiscono una “famiglia”?
 
Nel rispondere ci aiutano alcuni dati provenienti dal CENSIS a da una ricerca condotta da GFK. Per oltre 1 italiano su 2 è sufficiente che un uomo ed una donna vivano insieme per essere considerati una famiglia. In 10 anni, infatti, sono decollate le unioni libere che, inclusi i figli, oggi coinvolgono oltre 2.500.000 di italiani.
 
La famiglia in senso cristiano mostra tutta la sua fragilità specialmente quando in gioco c’è il tema della fedeltà dell’amore coniugale e, conseguentemente, quello dell’indissolubilità del sacramento del matrimonio: il numero delle separazioni e dei divorzi sta talmente aumentando (oltre un matrimonio su tre, 37,3%, si conclude con la separazione) che non ci sarebbe da meravigliarsi se nel giro di pochi decenni molte comunità dovessero constatare che i battezzati divorziati ormai sono diventati la maggioranza dei fedeli.
 
Inoltre, nell’ultimo decennio, le coppie coniugate con figli sono diminuite (-7,8%), mentre quelle non coniugate con figli sono 274.000 in più. Ormai il 23,6% dei bambini nasce fuori dal matrimonio.
 
Crescono anche le famiglie monogenitoriali, che hanno superato quota 2.000.000 (+18,7%).
 
Questi dati fotografano una famiglia molto distante dalla concezione di “chiesa domestica” e conseguentemente evidenziano la sua fragilità nell’assolvere il compito educativo in ordine alla fede. Esemplare punto di riferimento resta la famiglia di Nazaret, dove Gesù “cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e gli uomini” (Lc 2,52)
 
 
 
Responsabile: Matteo Calabresi
Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino
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