Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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8xmille senza frontiere: rientrati i giornalisti "pellegrini" dalla Giordania   versione testuale
Sono stati 5 giorni molto impegnativi ma straordinari quelli che i vincitori del concorso Fisc/C.E.I. 8xmille senza frontiere 2015-2016 hanno trascorso in Giordania. Il bando nazionale prevedeva, infatti, oltre ad un premio in denaro, anche un viaggio nelle Terre solcate da Gesù: Palestina, Israele e Giordania. Quest'anno è toccato alla Giordania. Qui sono arrivati fondi 8xmille che hanno sostenuto opere finalizzate non solo ad aiutare i progughi ma a promuovere la dignità umana attraverso la formazione, l'istruzione ed il lavoro.
 
Il gruppo è stato accompagnato da don Leonardo Di Mauro (responsabile C.E.I. del Servizio per gli intervent caritativi nel Terzo Mondo) e da Paolo Cortellessa del Servizio Promozione autore del seguente articolo.
 
Il viaggio dell’anima. In Terra Santa alle origini della Cristianità
 
Ci sono luoghi che hanno un “genius loci” motivazionale, un’anima del posto, capace non solo di ritemprarci e ricaricarci di energia positiva, ma anche di farci riscoprire le radici della nostra fede, la nostra identità religiosa e ritrovare un senso di appartenenza. La Giordania è uno di questi luoghi, scelto dalla Federazione Italiana Stampa Cattolica (Fisc) e dalla C.E.I. per “8xmille senza frontiere”. Insieme a un gruppo di giornalisti di settimanali diocesani ho preso parte al viaggio in Giordania da martedì 15 a sabato 19 novembre. La bellezza incredibile del sito archeologico di Jerash (Gherasa) e della città di Petra, una delle sette meraviglie del mondo antico, ci svela subito la ricchezza di un passato prestigioso. L’emozione di bagnarsi sulle rive del Giordano, dove Gesù ha ricevuto il battesimo dal Battista, o di salire sul monte Nebo, dove è salito Mosè per vedere la terra promessa, ci riportano alle radici della cristianità. Ma l’accoglienza, la condivisione e la solidarietà le troviamo solo quando tocchiamo con mano alcune delle molteplici opere di misericordia dedicate alle “pietre scartate” dell’umanità, realizzate in Giordania proprio grazie ai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica.

Un’oasi di pace, a due passi dalla Siria
La prima realtà che visitiamo si trova ad Anjara, piccola città a nord di Amman a pochi chilometri dalla Siria, dove è stata aperta l’unica porta della misericordia di tutta la Giordania. All’interno del Santuario è venerata la Madonna con il bambino, una statua che il 6 maggio 2010 avrebbe pianto vere lacrime di sangue. Il miracolo non è ancora stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica, ma per la gente del posto poco importa. Per loro, infatti, è il segno tangibile della sofferenza per le violenza e la guerra in Siria, dove si sta consumando la più grande tragedia dell’umanità dal dopoguerra. Eppure ad Anjara si respira un’aria di pace e di condivisione. Profughi e rifugiati iracheni e siriani trovano accoglienza nella parrocchia guidata da padre Hugo Alvaniz, argentino della Famiglia religiosa del Verbo incarnato. Ma sono tante le opere di misericordia realizzate in parrocchia con i fondi 8xmille: un centro sociosanitario per i disabili e le loro famiglie, un orfanotrofio per bambini abbandonati a causa della povertà, una scuola frequentata da 200 bambini musulmani e cristiani.
 
Fili di trama e di ordito, per le ragazze profughe irachene e siriane
La tessitura è lo strumento che consente di cucire insieme pezzi diversi per creare un tessuto armonioso. Lo sanno bene le ragazze profughe, scappate da Mosul e da Bagdad, che hanno realizzato un centro di sartoria di Amman, finanziato grazie ai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. Coperte, sciarpe, vestiti sono alcuni dei manufatti realizzati con creatività dalle ragazze di Amman, che oggi hanno creato un vero e proprio “brand”, una firma: “Rafedin”, che significa “Tigrieufrate”, a ricordare l’incontro tra due fiumi, distanti eppure vicinissimi. L’intreccio di fili di trama e di ordito diventa, così, la metafora di un altro intreccio: di storie, di vite, di esperienze. La parola cura nel suo significato originale vuol dire intreccio e, proprio grazie al lavoro quotidiano, le donne di Amman rielaborano le proprie esperienze di vita, ritrovano l’autostima e ottengono la migliore cura. Quando le salutiamo ci emozionano con il Padre nostro cantato all’unisono in aramaico, la lingua di Gesù.
 
A Zarqua, il futuro è adesso
La misericordia è accoglienza, condivisone e solidarietà anche a Zarqua, a sud di Amman. Ce ne accorgiamo subito quando entriamo nella Chiesa della fondazione don Orione, affrescata da profugo siriano. “ServOrione 84” è un centro di formazione professionale, finanziato anche grazie ai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica. Oltre 500 ragazzi si preparano a diventare meccanici, esperti di computer, cuochi e addetti di sala. Ma quello che più ci colpisce è il fatto che gli studenti siano musulmani e cristiani. Se fuori, infatti, non si possono frequentare, all’interno della scuola i ragazzi musulmani e cristiani crescono insieme, giocano insieme, vivono pacificamente insieme, una bella speranza per il futuro. Anche all’interno della parrocchia le occasioni di incontro sono quotidiane. Il centro di accoglienza profughi accoglie famiglie cristiane scappate da Mosul che qui trovano forme di sostentamento e di aiuto. Uomini e donne con bambini che hanno abbandonato la loro terra, il loro lavoro, le loro case che in seguito sono state distrutte. Hanno lasciato tutto, ma proprio tutto, pur di non rinnegare la fede in Gesù Cristo. Ecco perché la Giordania è davvero la Terra Santa.
Paolo Cortellessa
 
 
 
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Tra le opere sostenute con l'8xmille in particolare sono state visitate anche le seguenti strutture: 
 
ONG SEVOrione '84, che promuove progetti di cooperazione in ambito socio-sanitario curando in particolare problematiche legate alla salute, all'alfabetizzazione e alla formazione. Il progetto riguarda il contesto Giordano e in particolare la città di Zarqa dove gli Orionini, dei quali l'ONG è espressione, curano una Chiesa, una scuola e un ostello per i pellegrini. Obiettivo generale del progetto è di migliorare le condizioni di vita delle famiglie che hanno subito le conseguenze della guerra in Iraq e Siria e sono rifugiate in Giordania. Obiettivo specifico è contribuire, attraverso percorsi di formazione, all'integrazione socio-professionale di 250 iracheni e siriani presenti in Giordania.
 
Delegazione Missionaria "Mother of the Church" (Don Orione). I Padri Orionini della Delegazione hanno preparato questo progetto di potenziamento e perfezionamento della formazione per i giovani, cristiani, musulmani, rifugiati siriani e iracheni di Zarqa. La formazione si terrà presso la St. Joseph School riguarda il settore: 1.turistico alberghiero per preparare i giovani ad una professione. Si tratterà anche di 2.informatica, 3.falegnameria, 4.manutenzione e la scuola sarà anche un luogo di integrazione religiosa e culturale, oltre che umana, per formare leaders e persone coscienti delle proprie capacità e possibilità. Durata dei corsi: 1 anno. Risorse umane: 5 professori, 5 operai, 1 responsabile locale, 1 volontario (segreteria). Beneficiari diretti: 60 giovani.
 
Fondazione AVSI (Zarqua, Anjara, Ajloun). Le azioni di sostegno sono dirette ai bambini siriani rifugiati in Giordania. Formazioni insegnanti ed educatori delle scuole del patriarcato. Attività di supporto ed erogazione di borse di studio per circa 200 bambini delle scuole primarie. Attività di supporto ed erogazione di borse di studio per circa 100 bambini delle scuole secondarie. Rafforzamento di attività di dopo scuola e di aggregazione giovanile con la fornitura di attrezzature e materiali alle scuole in situazione di difficoltà finanziaria. Visite mediche specialistiche e fornitura di ausili a 10 bambini disabili per anno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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