Italiani brava gente, si usa dire. La diffusa convinzione che siamo un popolo di generosi, sempre pronti a dare una mano a chi è in difficoltà, è molto radicata nel nostro Paese e anche all’estero, dove spesso si accompagna ad altri luoghi comuni, non sempre lusinghieri. Ma i luoghi comuni hanno qualche radice nella realtà? Prendendo un indicatore oggettivo della generosità, ovvero le donazioni effettuate nel nostro Paese a favore delle organizzazioni no profit, si potrebbe avere qualche sorpresa.
I recenti dati proveniente da una ricerca GfK sulle donazioni in Italia per fini benefici, fotografano un Paese sempre meno generoso e più diffidente. Il numero di coloro che dichiarano di aver donato almeno una volta dal 2005 al 2014 è diminuito dal 31% a circa il 22%. Il calo pare stia investendo tutto lo Stivale, con una minor flessione al Nord rispetto al Sud.
I recenti dati proveniente da una ricerca GfK sulle donazioni in Italia per fini benefici, fotografano un Paese sempre meno generoso e più diffidente. Il numero di coloro che dichiarano di aver donato almeno una volta dal 2005 al 2014 è diminuito dal 31% a circa il 22%. Il calo pare stia investendo tutto lo Stivale, con una minor flessione al Nord rispetto al Sud.
Tra le principali cause sostenute, mantiene la leadership la ricerca medico scientifica, seguita dalle emergenza umanitarie (in forte calo rispetto ad un anno fa), aiuti per i poveri e per le parrocchie. Le Offerte per il sostentamento dei sacerdoti raccolgono un consenso sempre meno ampio, come confermano i dati della ricerca e quelli ancora parziali forniti dall’ICSC per il 2015.
La contrazione della generosità degli italiani sarebbe da attribuire sia a una crisi che solo parzialmente si è attenuata, sia a una “scarsa propensione culturale al dono”. A dichiararlo -senza se e senza ma- è Nereo Zamaro dirigente dell’Istat. A questo si aggiunge, poi, la diffidenza tipica di chi dona, che vorrebbe avere maggiori informazioni sull’utilizzo effettivo dei soldi donati: “la declinazione della trasparenza non è scontata e può essere un utile strumento”.
Sviluppare la cultura del dono comporta una riflessione su diversi aspetti, sia materiali sia immateriali, e richiede la collaborazione di tutti, ognuno deve fare la propria parte. Il dono deve diventare un fine a cui tutti possono e devono partecipare, atteggiamento indispensabile per la crescita morale, civile, economica e sociale di ogni comunità e del nostro Paese più in generale.
Paolo Cortellessa
Responsabile: Matteo Calabresi - Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino - E-mail: newsletterincerchio@sovvenire.it
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