Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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Le parole della Misericordia: "v" come "volontariato"   versione testuale
Se digitiamo su Google la parola “volontariato” emergono 14.400.000 risultati. Eppure, basta scorrere le pagine del motore di ricerca, per accorgerci che a questa voce viene associato di tutto: risorsa, necessariato, sostitutivo del pubblico (spesso assente), agevolazioni fiscali. Proviamo allora a delimitare il campo con “associazione di volontariato”, ma anche la definizione giuridica non aiuta: si va dagli Amici del Maghetto di Torino alla Sagra del cinghiale, in provincia di Pisa, all’associazione Zampettando dedicata a chi vuole adottare un cane o un gatto. Proviamo allora con la definizione fiscale di “non profit”, ma anche questa una etichetta non ci illumina: ci sono i fondi pensioni per professionisti, le fondazioni bancarie, gli enti lirici, le università e le scuole non statali, la Croce Rossa, il Coni, la Fifa, persino le squadre di calcio Barcellona e Real Madrid… Non diciamo non profit, ma nemmeno “onlus”, perché anche in questo caso emerge un magma informe in cui c’è tutto e non tutto con finalità buone. Cosa è per noi cristiani il volontariato e perché farlo?
 
Una passione per la vita
“Chi non sfugge ai nostri dolori, ma li tocca pietosamente ci guarisce e ci rafforza. In verità il paradosso sta nel fatto che l’inizio della guarigione risiede nella solidarietà di quel dolore”, scrive Henri Nouwen, grande predicatore olandese . “Nelle nostra società, orientata verso le facili soluzioni, è sempre più importante rendersi conto che volere alleviare il dolore senza condividerlo è come voler salvare un bambino da una casa in fiamme, senza correre il rischio di ustionarsi." (“Viaggio spirituale per l’uomo contemporaneo”). Sebbene ognuno di noi sia solo con le proprie fragilità, queste sembrano essere meno pesanti quando sono condivise con qualcuno. La cifra caratteristica del volontariato cristiano è proprio la condivisione, lo stare accanto; ma così facendo si realizza una conversione, una svolta alla propria vita, favorendo persino la costruzione di senso. La vita, non è più ripiegata su se stessi, ma proiettata su una strada comune, da percorrere insieme.
 
Un dono d’amore
A mors, non morte, cioè vita è il significato etimologico della parola amore: creatore della vita, generoso, affettuoso, caloroso. La parabola del Buon Samaritano è il paradigma di un dono d’amore in senso cristiano. In essa c’è tutto ciò che contraddistingue il concetto di solidarietà cristiana: gratuità, accoglienza, empatia, capacità di far sentire la vicinanza e l’abbraccio di Dio al prossimo. Quando il circo di Roma era pieno di giochi di gladiatori, i cristiani erano perseguitati e, pur essendo la minoranza, riuscirono a tenere accesa la scintilla della speranza e, al tempo stesso, mantenere viva la fede e la carità. Se oggi vogliamo non farci sopraffare dalla paura e dalla chiusura in noi stessi, dobbiamo ripartire dall’Appia Antica e seguire la strada percorsa dai primi cristiani.

Un’iniezione di benessere
Nel mondo, in questo momento storico, c’è un’onda di egoismo, di violenza, di odio, che attraversa tutto e tutti. Ma le relazioni di volontariato accendono un faro, una luce che illumina in modo chiaro nostro cammino. Aiutare gli altri è un’iniezione di benessere, fa bene al mondo e alla società, ma ha effetti benefici anche sulla salute individuale, perché, come diceva San Vincenzo de’ Paoli: “fare del bene fa bene soprattutto a chi lo fa”. Come dimostrano ricerche scientifiche, occuparsi degli altri, stare accanto, consolare, non è vantaggioso solo per le persone che ricevono le nostre attenzioni, ma anche per la nostra salute: diminuisce l’ansia, la depressione, aumenta la fiducia.
Per noi che crediamo, infine, il volontariato è la cartina tornasole di un buon cristiano perchè, proprio nella natura umana e divina della solidarietà verso il prossimo possiamo riscoprire il senso della nostra fede e fare in modo che le pietre scartate diventino testata d’angolo della nostra Chiesa.
 
Ma tutti possiamo fare la nostra parte e alimentare la solidarietà in modo semplice e gratuito. In che modo? Grazie all’8xmille. I fondi che la Chiesa riceve grazie alla nostra firma riescono a portare una fiammella di speranza in molte situazione difficili di estrema povertà e bisogno. E allora promuoviamo l’8xmille per essere noi stessi volontari.
 
 
Paolo Cortellessa
 
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