Newsletter In Cerchio - Settembre 2014 - Numero X - Anno XII
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Cagliari: la trasparenza attraverso "Il Portico"   versione testuale
Il nostro incaricato di Cagliari, don Costantino Tamiozzo, ci segnala i 2 articoli pubblicati lo scorso 21 maggio sul settimanale diocesano IL PORTICO, a cura di Mauro Girau, che fa parte della equipe del “sovvenire” della stessa diocesi.
 
Nel 2016 alla Sardegna oltre 24 milioni di euro dall'8xmille
Nel 2016 la Conferenza Episcopale Italiana ha destinato alla Sardegna - grazie ai fondi dell’8xmille - complessivamente oltre 24 milioni di euro (per l'esattezza 24 milioni e 800 mila euro). Nel 2015 poco più di 20 milioni di euro, così suddivisi: 5.650.450 euro per esigenze di culto e pastorale, 5.082.505 euro per interventi caritativi e 10.22.960 per il sostentamento del clero.
 
Nella ripartizione di questi fondi la diocesi di Cagliari - la più grande dell'isola per estensione geografica, numero di abitanti e clero - ha ricevuto le risorse più consistenti. Per esigenze di culto e pastorale la Chiesa cagliaritana è stata destinataria di 1.055.677 euro, per interventi caritativi ne ha ricevuto 949.586, per il sostentamento del clero 2.315.644.
 
Domenica scorsa è stata celebrata in tutte Italia la 28esima Giornata Nazionale di sensibilizzazione dell'8xmille alla Chiesa cattolica. Non tutte le diocesi e le parrocchie si sono mosse contemporaneamente per questo appuntamento che, nelle singole realtà diocesane, può essere organizzato anche in momenti diversi. L'occasione, tuttavia, è particolarmente opportuna per far conoscere non solo ai fedeli e ai frequentatori delle parrocchie, ma a tutti i cittadini che fine fanno i soldi che i contribuenti destinano alla Chiesa attraverso la dichiarazione dei redditi.
 
Oltre alle risorse ordinarie annuali, la C.E.I. - sempre dai fondi dell'8xmille - destina ulteriori somme per il recupero dei beni culturali diocesani, l'edilizia di culto (contributi alla costruzione o manutenzione delle chiese) e speciali progetti caritativi. Su 39 interventi straordinari realizzati dalla C.E.I., nella nostra diocesi, dal 1997 al 2015, cinque hanno riguardato l'edilizia di culto, venti la carità, undici i beni culturali. Uno soltanto l'ambito pastorale, 2 invece i misti.
Mario Girau
 
Amministrare i beni della Chiesa come esigenza di testimonianza
Le risorse dell'8xmille non restano ferme nel conto in banca della diocesi, ma si riversano nelle parrocchie e servono per finanziare l'attività degli uffici e le iniziative degli organismi diocesani. Anche le parrocchie riescono a disporre di somme di denaro attraverso le offerte, i contributi eventualmente concessi da enti pubblici, i trasferimenti della diocesi.
 
Per amministrare questi soldi la Chiesa prevede obbligatoriamente in ogni comunità il Consiglio per gli affari economici, formato da alcuni laici che, insieme col parroco, curano la gestione della cassa parrocchiale. La scarsità di clero, la necessità della sua più profonda specializzazione pastorale, e la concentrazione del ministero del prete sugli aspetti essenziali e specifici, presuppongono e consigliano che egli venga liberato dagli aspetti di carattere amministrativo, soprattutto di natura civilistica, che richiedono dispendio di tempo e di attenzione accanto a competenze specifiche.
 
"Fondamentale comunque rimane - ha detto monsignor Pierantonio Pavanello, Vescovo diAdria-Rovigo in un recente incontro con i delegati del "sovvenire" - la condivisione della responsabilità del parroco, quale legale rappresentante dell'ente parrocchia, con il Consiglio parrocchiale degli affari economici, il quale non mancherà di confrontarsi per una valutazione degli aspetti pastorali, con il Consiglio pastorale parrocchiale. L'amministrazione dei beni della Chiesa è un ambito particolarmente importante per esercitare una concreta "sinodalità".

La correttezza dell'amministrazione dei beni della Chiesa è un'esigenza di testimonianza evangelica. Essa consiste - aggiunge Monsignor Pavanello - nel fare in modo che l'uso dei beni e la loro gestione siano coerenti con la missione della parrocchia. è promossa e garantita dalla condivisione della responsabilità, in ultimo in capo al parroco, tra soggetti diversi, che tramite il confronto, anche dialettico, possono arrivare alla soluzione più adeguata ed esercitare una funzione di controllo reciproco. La cartina al tornasole, che può rivelare la presenza di una corretta amministrazione, è data dalla trasparenza, dalla capacità di dare spiegazione a tutti coloro che ne hanno interesse di come vengono amministrati i beni della Chiesa.
Mario Girau
 
 
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