Anno 2015 » Homepage Newsletter Giugno 2016 » Territorio » Pescara: casa Angelo Custode (co-housing), quando il sogno diventa realtà
Potrebbe essere il titolo di un bel film, ma è proprio ciò che è accaduto al parroco don Giuseppe Scarpone, titolare da almeno 48 anni della parrocchia Santi Angeli Custodi in Pescara, edificata in una zona periferica della città, con diverse problematiche di ordine sociale. Inseguendo la volontà di creare una comunità cristiana coesa ed aperta alla risoluzione dei problemi che nascono, come si sa, dalla povertà, superandone caparbiamente moltissimi, per ultimo ce n’era uno che lo angosciava in modo sensibile.
Si erano presentati alla sua persona degli uomini, frustrati dalla disperazione e dalla povertà, a causa delle separazioni coniugali che li penalizzava per l’allontanamento giudiziale dalle proprie residenze, magari costruite con anni di sacrifici anche all’estero. Non è difficile immaginare il dramma di queste persone, la cui dignità, anche nei rapporti con i figli, viene talmente degradata da procurare enormi sofferenze e disagi fisici e materiali.
E neanche è difficile immaginare la “stretta al cuore” che don Giuseppe provava, nella sua inerme impossibilità a provvedere subito per risolvere o alleviare tali deprecabili situazioni. Nel suo cuore, però, è pian piano cominciato a nascere un sogno, come accadde a Giacobbe, nella consapevolezza che Dio è con noi. Perché non dare un alloggio decoroso e dignitoso a queste persone sfortunate? Il sogno fa parte dell’esistenza umana, confessa il parroco. Ogni sogno ha due dimensioni: quella verticale è l’immaginario, quella orizzontale invece è la realtà.
Dio provvede sempre, e smuove il cuore delle persone. In prossimità della parrocchia c’erano dei ruderi abbandonati, i cui proprietari erano dei fedeli parrocchiani. Grazie alla bontà degli eredi Renzetti, la parrocchia in parte acquisiva in dono ed in parte acquistava questi ruderi, per future realizzazioni.
Iniziava così la spasmodica attività di reperimento fondi di non facile acquisizione. Confortato anche dall’assenso dell’Arcivescovo Mons. Valentinetti (“nihil sine episcopo”) e dall’appoggio del direttore della Caritas Diocesana don Marco Pagniello, ma senza dubbio anche dalle preghiere e dal contributo economico della propria comunità, il buon parroco riesce ad ottenere un primo sostanzioso contributo di € 200mila dalla C.E.I., con i fondi 8xmille messi a disposizione tramite la Caritas Italiana. Coadiuvato da tutta la propria comunità, che con entusiasmo aveva abbracciato il sogno del proprio parroco, i ruderi venivano abbattuti ed iniziava così la costruzione di un edificio nuovo, con il piano terra funzionale, destinato ad attività produttive per persone diversamente abili, segno anche questo della sua sensibilità umana e cristiana. Questa realtà opera già da oltre sei anni, ospitando 8 ragazzi e 5 educatrici volontarie che, con amore, gioia ed entusiasmo, hanno realizzato la cosiddetta “famiglia felice”, donando a persone svantaggiate una vera dignità umana e sociale.
Ma i fondi si esauriscono e l’opera non è ultimata. La “Casa Angelo Custode” rischiava di non vedere la luce. Superando una comprensibile resistenza interiore, don Giuseppe si rivolgeva ancora, con umiltà, al suo “capo”. Se è vero che la volontà di Dio cammina sulle gambe degli uomini, in quattro (come dei moschettieri) tornano a bussare alle porte della C.E.I., incontrando, nella persona dell’economo generale don Rocco Pennacchio, la comprensione e la disponibilità necessarie per l’ottenimento di un altro contributo di € 150mila, per l’ultimazione dei lavori.
Proprio in occasione dell’inaugurazione della struttura ultimata e pronta con tutti gli arredi, avvenuta domenica 12 giugno 2016, il prelato don Rocco ha avuto parole di entusiasmo per la realizzazione di un’opera destinata all’accoglienza dei “papà soli”, spesso vittime inconsapevoli delle lacerazioni familiari.
Don Rocco ha ricordato, alle centinaia di fedeli che hanno affollato la chiesa ed i locali della struttura adiacente, con il tipico odore di nuovo e di fresco, la funzione e le finalità del Sovvenire e dei fondi 8xmille, messi a disposizione dallo Stato grazie alle firme dei fedeli in favore della Chiesa Cattolica. Solo una delle tantissime realizzazioni di come vengono utilizzati, in favore della società stessa, le disponibilità finanziarie ottenute.
La partecipazione all’evento inaugurativo anche delle autorità civili, in primis del sindaco della città dott. Alessadrini, ha confermato la validità dell’iniziale sogno di don Giuseppe che il problema della solitudine dei separati è davvero percepito e sentito. Ma è la misericordia di Dio, tramite una Chiesa viva e presente nei luoghi di sofferenza, che consente a questi sogni di diventare realtà.
L’inaugurazione della “Casa Angelo Custode”, con i locali per i papà soli, oltre alla celebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo, concelebrata da don Giuseppe Scarpone, da don Rocco Pennacchio (C.E.I.), da don Marco Pagniello (Caritas) e da altri parroci di zone confinanti, ha visto il taglio del nastro sotto una pioggia insistente, probabile segno che anche gli angeli partecipavano con commozione all’evento, salendo e scendendo per quella scala (Gn.28,10-16).
Per l’Arcivescovo Valentinetti, nel suo breve ma intenso intervento, l’opera realizzata è un chiaro ed insostituibile atto d’amore e di attenzione per i papà soli. Per il direttore della Caritas diocesana don Marco Pagniello l’obiettivo è quello di elaborare progetti di inclusione sociale personalizzati per gli utenti, con tempi di permanenza diversi a seconda dei casi, affinché riacquistino quanto prima la loro autonomia. Per don Giuseppe Scarpone una gioia incontenibile per un sogno realizzato, appena in tempo prima della conclusione del suo mandato da parroco. Il Sevizio diocesano per il "sovvenire" ha provveduto al montaggio di un apposito gazebo, per distribuire ai partecipanti il materiale formativo e per significare l’indispensabile apporto che l’8xmille ha avuto nella realizzazione di tale apprezzabile opera.
La festa inaugurativa ha avuto il suo compendio con un’agape fraterna, mediante un buffet cenato, a cui hanno aderito con consistente afflusso tutti gli intervenuti.
Come ebbe a dire Giacobbe svegliatosi dal suo sogno, anche don Giuseppe, emozionato e commosso, ha potuto affermare “Dio è con noi”.
Domenico Forese
Membro Servizio diocesano per il "sovvenire"
Responsabile: Matteo Calabresi - Coordinamento redazionale: Maria Grazia Bambino - E-mail: newsletterincerchio@sovvenire.it
Servizio Promozione della CEI © Copyright 2014 In Cerchio