Anno 2015 » Homepage Newsletter Settembre 2017 » Formazione » 8xmille senza frontiere: Agrigento e le sue opere di carità
In questo numero di In Cerchio vi proponiamo un altro dei vincitori del bando 8xmille senza frontiere 2016-2017 e inserito nella pubblicazione Firmo dunque Dono. Si tratta dell’articolo di Loredana Federico e Marilisa Della Monica intitolato “Chiedilo a Daniela, Matteo e Pietro…” sui progetti realizzati dalla Caritas nella diocesi di Agrigento.
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Come si utilizzano i fondi 8xmille destinato alla Chiesa Cattolica? Chiedilo a Matteo che con i ragazzi con diversabilità ha scoperto la bellezza della diversità. Chiedilo a Daniela che incontra e ascolta quanti vivono la solitudine del carcere. Chiedilo a Massimo che insegna al corso di italiano per stranieri. Chiedilo a Lando, Franco, Pietro e Saro alcuni dei volontari che si prendono cura degli ospiti del rifugio notturno. Le persone a cui potremmo chiedere non sono quelle dello spot che in questi giorni viene trasmesso nelle tv nazionali, ma sono quelle che quotidianamente, grazie ai fondi 8xmille si prendono cura dei più deboli, dei diseredati, di quelle persone di cui nessuno vuole prendersi cura.
Sono uomini e donne con un volto, una storia, una vita, una famiglia, ma che possono grazie a una semplice firma aiutare chi è meno fortunato di loro.
Con il fondo per gli interventi caritativi tante sono state le progettualità portate avanti in questi anni dalle tante realtà ecclesiali delle nostra diocesi che ovviamente, per ragioni di spazio, non ci è possibile presentare tutte. Questa settimana vogliamo raccontarvi e presentarvi alcuni dei progetti portati avanti e realizzati dalla Caritas diocesana di Agrigento e dalla Fondazione Mondoaltro, suo braccio operativo dal 2011, che hanno dato vita a segni e attenzioni concrete che continuano ancora oggi.
“Ero forestiero… e mi avete accolto” (2010-2011).
Un progetto che aveva lo scopo di migliorare il processo di integrazione degli immigrati nel nostro territorio, favorendo la loro scelta di stanzialità. Per fare ciò la Caritas diocesana ha sostenuto quanti si sono rivolti ad essa nella ricerca di un lavoro (dipendente o autonomo) e di un alloggio, ed ha dato vita ad una rete di relazioni positive che possano dare avvio o rafforzare il processo di integrazione. All’interno del Centro diocesano di Ascolto è stato aperto uno sportello apposito, attualmente ancora attivo che si occupa principalmente di orientamento e consulenza in materia di immigrazione nonché di sensibilizzare la comunità ecclesiale e civile.
“Diversamente” (2011-2012)
Favorire l’integrazione nel tessuto parrocchiale dei ragazzi diversamente abili attraverso la creazione di un centro pastorale. A questo puntava il progetto “Diversamente” e questo si è riuscito a realizzare. Oggi il Centro, gestito dalla Parrocchia S. Lorenzo di Agrigento, con la supervisione della Fondazione/Caritas diocesana svolge il delicato ruolo di potenziamento delle abilità personali e sociali i ragazzi disabili oltre che di supporto all’integrazione del disabile e della sua famiglia nella comunità cristiana e la società civile. Nel Centro di Agrigento, aperto 3 volte a settimana dal mese di ottobre al mese di giugno, si ritrovano 18 ragazzi diversamente abili le cui famiglie vengono coinvolte nelle attività realizzate sia all’interno del Centro che in quelle esterne. Tale coinvolgimento ha apportato ad ogni famiglia ed ad ogni ragazzo coinvolto dei “miglioramenti” in termini di gestione del tempo e delle attività del Centro infatti si è riscontrato un miglioramento nell’integrazione socio-pastorale, nonché nelle abilità sociali, personali e occupazionali anche grazie alle attività esterne come i “week end per l’autonomia”, le gite, gli incontri con le parrocchie e le associazioni presenti ed operanti nel territorio diocesano. Il progetto “Diversamente” è riuscito ad offrire, alle famiglie con un ragazzo/a con diversabilità, la possibilità di confrontarsi nell’accudimento dei figli e di sentirsi supportate nell’affrontare le difficoltà quotidiane (mutuo aiuto tra famiglie).
“Sotto lo stesso tetto” (2013-2014)
Ridurre il disagio abitativo nella città di Agrigento. Nasce da questa esigenza il progetto “Sotto lo stesso tetto” che ha riguardato l’attivazione di un servizio di “housing sociale” (alloggi sociali). Sono state così realizzate 7 soluzioni alloggiative attraverso la metodologia dell’Housing First (prima abitazione) a cui è stato affiancato un’attività di accompagnamento e sostegno psico-sociale e lavorativo. Oggi il servizio è denominato Casa Rahab e prova ad accompagnare singoli e famiglie nel percorso di inclusione sociale sostenendoli nei vari aspetti della vita sociale.
“Incontri” (2013-2014)
Creare luoghi ed occasioni di relazione e di scambio culturale. “Incontri” ha favorito l’inclusione sociale di giovani stranieri, con azioni di promozione del dialogo interculturale con i coetanei italiani fondate sull’apprendimento non formale. Studenti italiani e stranieri hanno preso parte a due laboratori multimediali (fotografia e grafica per cartoni animati). Comunità di migranti e comunità ecclsiale hanno partecipato ad attività in cui si è dato inizio ad un cammino reciproco di integrazione; si è dato vita a un “tavolo interistituzionale sul fenomeno migratorio”; sono anche stati realizzati un sussidio pastorale e una campagna di comunicazione per favorire la conoscenze dell’altro. Dal progetto “Incontri” è nato il “Centro Incontri”, che oltre ad offrire una biblioteca sui temi dell’intercultura e delle migrazioni, organizza momenti di scambio e di conoscenza della cultura e delle tradizioni delle varie comunità straniere presenti nella città di Agrigento come cineforum, presentazione di libri e degustazioni e scuola di cucina etnica. Da quest’anno l’esperienza di incontro, soprattutto per i giovani, è stata replicata anche nel comune di San Giovanni Gemini.
“Ability” (2013-2014)
Grazie a questo progetto sono stati potenziati i cinque centri pastorali della diocesi, Agrigento, Canicattì, Cammarata, Sambuca di Sicilia, Racalmuto, e favorito l’integrazione delle persone diversamente abili all’interno della comunità ecclesiale. Le realtà associative ed ecclesiali nei cinque comuni/centri pastorali sono stati messi in rete per dar vita ad un organismo unitario. Grazie alla nascita di questa “rete” si è riusciti ad organizzare delle attività congiunte che hanno permesso la crescita, dei soggetti coinvolti, nella colloraborazione e nella riflessione partecipata del “durante noi” e del “dopo di noi” con le famiglie dei diversamente abili.
“Ability” ha permesso di realizzare attività laboratoriali con i ragazzi con handicap; si sono formati degli operatori pastorali e dei volontari; si è sensibilizzata la comunità ecclesiale e riusciti ad ampliare le autonomie e la riflessione del “durante noi”. Nell’ambito del progetto si è poi realizzato il campo per diversamente abili “Ability camp” dove i giovani hanno vissuto un’esperienza comunitaria, per tre giorni, senza le loro famiglie.
Housing First Sicilia (2014-2015).
Il progetto ha previsto l’implementazione del modello “housing first” da parte delle Caritas diocesane siciliane. Un modello d’intervento che vuole superare la logica emergenziale a favore di un’azione che pone l’abitare come prima condizione per l’uscita dalla grave emarginazione sociale. Può essere considerato un proseguimento del progetto “Sotto lo stesso tetto”, ma in un’esperienza di crescita e di confronto con altre realtà siciliane. Questa rete, che attualmente è un network a livello italiano, ha permesso di migliorare l’inclusione sociale degli ospiti attraverso l’accompagnamento e il loro inserimento lavorativo nel territorio attraverso la messa in rete dei servizi e delle realtà presenti, nonché di sviluppare un modello innovativo di intervento sociale secondo le disposizioni UE e i più recenti studi sociali e psicologici.
“Re-starting” (2014-2015)
Una serie di azioni ed attività che permettessero alle persone fragili, che hanno delle difficoltà sociali, di poter “ripartire”, ecco il significato del progetto “Re-starting”. Valorizzare le capacità e le abilità dei soggetti a rischio di esclusione sociale, come i disabili, i soggetti in pena alternativa al carcere o i carcerati, attraverso un nuovo modello di reinserimento sociale, basato sui principi di responsabilizzazione, solidarietà e competenze personali. Il progetto ha permesso la realizzazione di un Centro di Ascolto in carcere e ai ragazzi del centro pastorale “Diversamente” di acquisire, adeguatamente accompagnati e seguiti, delle competenze attraverso un laboratorio agricolo e di apicoltura. Grazie al progetto Re-starting è stato realizzato un laboratorio di sartoria per le detenute della Casa Circondariale di Agrigento.
“Hope” (2014- 2015)
Con il progetto “Hope” attraverso l’accompagnamento nella ricerca e l’informazione su opportunità esistenti (formative, lavorative, mobilità europea, ecc.) si è dato sostegno a giovani e/o adulti, che hanno perso la speranza nel futuro perché disoccupati da tanto tempo, o inoccupati o che hanno perso il lavoro e non riesco a inservisi. Il progetto ha permesso la creazione di un servizio di sostegno ed orientamento socio-lavorativo e di educazione imprenditoriale dei giovani svantaggiati e NEET (persone non impegnate nello studio, né nel lavoro e né nella formazione), denominato “Corner Granata”, che ha fornito sostegno psicologico e sociale, nonché un laboratorio creativo e di progetto per l’avvio di attività imprenditoriali legate alla valorizzazione dei patrimoni e risorse locali. Sono state premiate due idee imprenditoriali con un riconoscimento in denaro finalizzato all’acquisto di attrezzature.
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