«Presentare il bilancio della diocesi vuol dire rendere conto dei risultati prodotti da un patrimonio e un’organizzazione che sono al servizio dell’azione pastorale della nostra comunità ecclesiale, ma che risultano essere una piccola parte rispetto a quello che generalmente la popolazione percepisce come chiesa imolese - spiegano Giuseppe Xella, fino a qualche settimana fa economo della diocesi e Giuseppe Marani, che ha appena preso in mano la carica -. Infatti, accanto all’Ente diocesi ed agli Uffici di pastorale presenti in Curia, fanno parte della chiesa locale oltre cento parrocchie e vari enti ecclesiastici, con la propria autonomia giuridico-amministrativa ed i propri bilanci, spesso di non facile gestione.

 

Appartiene, inoltre, a questa realtà l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, anch’esso dotato di autonomia ed a cui negli anni ottanta furono trasferiti - per disposizione di legge - i beni che erano appartenuti alle prebende parrocchiali; il reddito netto prodotto dalla gestione di questi beni, unito a quote dell’8xmille, contribuisce al mantenimento dei sacerdoti ed a sostenerne l’impegno a favore delle comunità loro affidate».

 

Su In Cerchio di novembre 2016 avevamo dato notizia anche del grande impegno alla trasparenza della diocesi di Padova e della pubblicazione del suo bilancio